MOVIE REFERENCE | #5

Il protagonista di oggi è un film nel cuore di tanti.

Il primo lungometraggio d’animazione Pixar (nome divenuto oggi pane quotidiano per i fruitori Disney+ e non solo) nonché il primo realizzato completamente in CGI (computer-generated imagery), dando l’illusione di tridimensionalità che, sino a quel momento, non era poi così usuale nel mondo animato. Un’impresa affrontata da un team composto da ben 110 dipendenti, litri di sudore misto a lacrime e sofferenze indicibili! 

 

“Dovevamo rendere tutto più organico. Ogni filo d’erba doveva essere creato da zero. Abbiamo deciso anche di dare a quell’universo un senso di realismo”, ha rivelato uno degli autori della pellicola del giorno. 

Infatti c’è chi da bambino ha provato ad afferrare i personaggi di quel mondo di giocattoli direttamente dallo schermo della televisione, e chi invece mente spudoratamente, abbiamo rivelato noi. 

 

Stiamo parlando di Toy Story

Il film esce nelle sale cinematografiche nel 1995, entrando nei nostri cuori e nei nostri ricordi per non uscirne più, neanche a distanza di quindici anni con l’uscita del quarto e ultimo episodio della saga nel 2019.

Anche a riguardarlo oggi con occhi (mai abbastanza) adulti, non risulta difficile cogliere lo straordinario lavoro del regista John Lasseter e dei suoi produttori, nell’ideare un film del genere che, a partire dall’arguzia nelle tematiche che analizza sino alla dolcezza con cui esse sono affrontate, nonostante il tempo e le tecniche passate, continua ad essere una pellicola attuale per bambini di tutte le età. Ma proprio tutte. 

Questa settimana movie.references ha scovato alcuni tra i riferimenti più cult sfruttati dal regista per rendere Toy Story l’incredibile capolavoro che oggi è. 

 

Qui è quando Buzz Lightyear diventa, per un attimo, Indiana Jones!

Col terzo capitolo della saga uscito nel 2010 dal titolo “La grande fuga”, il regista Lee Unkrich si è sbizzarrito configurando, nelle immagini, Woody con il capo delle missioni impossibili. 

Se nei primi due film gli incontri dello sceriffo Woody e dell’incredibile Buzz sono molto “americani” (con personaggi quali Mr. Potato e Barbie) ancora, nel terzo film, il caro Unkrich mette sulla loro strada anche un po’ di Giappone. Finalmente, nel 2010, nel magico mondo dei giocattoli di Andy fa il suo ingresso anche Totoro, probabilmente la creatura più amata dell’universo Ghibli *inserire cuori sparsi qui*. 

Ci interessano altre pellicole in cui il mondo dell’animazione americana incontra quello giapponese? Il brillante Ralph Spaccatutto (Rich Moore, 2012) è uno di quegli incredibili universi in cui animazione e videogiochi (di origine sia americana che giapponese) si incontrano nella storia dello strano eroe protagonista del film. Ma questa è un’altra storia, nonché un altro probabile articolo…

Rubrica in collaborazione con @movie.references

 

Amantea Comics

Amantea Comics

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *